Il negozio

Non so cosa consigliarti, io non sono molto bravo in queste cose. Vengo da Kayts ma non mi sono mai spostato molto per via della guerra. Vai in questo negozio, lì c’è il proprietario e tanta altra gente che potrà esserti più d’aiuto di me.

Uno dei miei vicini di casa non sembra molto convinto di potere essere utile nella realizzazione del nostro progetto e preferisce indirizzarci verso altri. Camminiamo per le strade del quartiere con in mano il bigliettino da visita che ci ha dato, alla ricerca del negozio che si è da poco trasferito in un posto, poco distante da dove si trovava in precedenza. Finalmente lo troviamo ed entriamo un po' titubanti, non sapendo bene cosa dire: "ehm, ciao scusa, il mio vicino ci ha dato questo biglietto da visita dicendoci di parlare con te, possiamo chiederti qualcosa?". Pochi minuti per presentarci e spiegare la nostra idea e dopo le prime esitazioni iniziali (e in che modo posso aiutarvi io?!) comincia una caotica e divertente conversazione di gruppo con il titolare e i clienti presenti in quel momento. Tutti vengono da Jaffna e dintorni, ma come è già successo in qualche incontro precedente, l'impressione è che non ritengano quei posti particolarmente attrattivi e per questo ci suggeriscono posti turistici: 

Andate a Galle (località molto rinomata sulla cosa meridionale del paese).

Come mai tu che sei di Jaffna ci suggerisci di andare lì?

Perché è bello, il mare lì è bellissimo. Io facevo l'autista lì.

 

Si inserisce un'altra persona per darci un'altro consiglio "balneare":anche Trincomalee è bello, come in Italia. Prendi la barca e dopo 10 Km arrivi su una costa bellissima. I tamil chiamano quella zona Pramalai.

 

Dal mare ci spostiamo virtualmente in montagna: si inserisce nella discussione un'altra persona che ci consiglia di andare a visitare la rocca di Sigiriya, una montagna che ci viene presentata da tutti come il corrispettivo di Monte Pellegrino e la zona di Nuwara Eliya, definita dagli inglesi Hill Country. Un altro lo interrompe: fate così,  da Colombo, andate a Galle, poi passate da Nuwara Eliya, Kandy e Sigiriya, poi tornate sulla costa e passate da Trincomalee e da lì raggiungete Jaffna. Tutti i turisti fanno così.

 

Nel frattempo il titolare del negozio ha stampato una mappa dello Sri Lanka e comincia a indicare tutti i posti che hanno nominato fino a quel momento. Probabilmente ai loro occhi incarniamo i tipici turisti occidentali, per questo continuano a suggerirci le spiagge del sud e gli hotel più confortevoli.
Dopo questi consigli iniziali però, la conversazione si sposta un po' più sul personale. Come al solito i nostri interlocutori si informano sul prezzo del biglietto e sui vari scali che faremo. Uno di loro è stato lì adicembre, un altro ci andrà invece tra il 2 e il 5 settembre prossimi.Quando tornate, venite qua e fateci sapere com'è andata - esclama un'altra persona che fino a quel momento non era molto intervenuta.
Il titolare ci dice di essere originario di Velenai, una delle sette isole collegata alla penisola di Jaffna da un sistema di ponti. Solo per andare all'isola di Nainativu ci vuole il traghetto, le altre le potete raggiungere attraverso la strada. A Nainativu c'è una chiesa grande (in realtà alludeva con molta probabilità al nagapooshani amman temple) mentre a Velenai c'è la spiaggia di Saatti. In quella zona il pesce è buonissimo e anche il mare, la città invece è così così. Ancora con questo senso di inadeguatezza! "Non ci interessa, noi non vogliamo fare i turisti"- protestiamo quasi infastidite. 

In ogni caso per qualsiasi cosa - continua il negoziante - potete chiamarmi quando sarete lì: ho parenti e amici che vi possono aiutare o accompagnare in giro con la macchina. Tanto il bigliettino già l'avete, chiamate. E - ci dice anche lui - quando tornate diteci com'è il nostro paese. Prima di accomiatarci ci dice di fare attenzione a quelli che vorranno approfittarsi dei turisti perché tutto il mondo è paese e ci rassicura sul fatto che più o meno tutti parlano inglese, quindi non avremo problemi. A questo punto è entrato un altro italiano nel negozio, che ascolta incuriosito gli ultimi stralci della conversazione.Siete palermitane? - ci chiede con uno spiccato accento siculo- e inizia a informarsi anche lui sul nostro progetto. Buon viaggio, auguri e attenzione, chè sono paesi particolari - ci dice prima di andare via. Anche se in siciliano l'aggettivo "particolare" ricopre mille sfumature, ammettiamo di non avere ancora capito cosa ci volesse dire in realtà!
È arrivato anche per noi il momento di andare via: è quasi ora di cena e come al solito abbiamo un po' scombussolato la quotidianità dei nostri interlocutori tamil.
Tu mi chiami ed io organizzo! - ci dice ancora il titolare quando noi siamo già sulla porta. Ok! - rispondiamo noi ridendo.


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