Palermo, 16 luglio

La mattina del mio compleanno ricevo una telefonata che aspetto impaziente da qualche giorno.

Un’amica di mia madre, venuta a conoscenza del nostro progetto, mi ha infatti messo in contatto il mese precedente con il marito della sua collaboratrice domestica e solo adesso, una volta rientrata dal mio soggiorno di studio londinese, sembra finalmente giunto il momento di vederci. É l’unica finestra possibile perché l’indomani lui partirà per le vacanze con la moglie. Sfortunatamente, però, i miei compagni di viaggio non sono ancora rientrati a Palermo e quindi mi toccherà andare da sola a questo primo incontro.

Quando al mattino rispondo al cellulare credendo che siano i soliti amici e parenti che chiamano per fare gli auguri e farti sentire più vecchia, mi devo ricredere. Si tratta infatti di S. – l’amico dell’amica di mia madre - che mi propone di incontrarci a Piazza Valdesi a Mondello.

                                                

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Ora sono le 16.30 e dopo due giri della piazza mi fermo accanto ad un uomo che, come me, ha l’aria di essere in attesa di qualcuno.

“Sei Laura?” mi chiede speranzoso.

Annuisco. Ci stringiamo la mano e restiamo in piedi, io con il casco ancora in testa e lui con le chiavi della macchina avviluppate tra le dita. Mi spiega che va di fretta perché deve spostarsi verso il centro per continuare la sua giornata lavorativa. Il piano di prendere un caffè o un succo insieme sfuma e, presa alla sprovvista, non mi resta che spiegare brevemente il nostro progetto di viaggio in attesa di ricevere un riscontro da parte sua. Ma faccio appena in tempo ad articolare due frasi perché una notizia ribalta tutti gli schemi:

Anche io sarò in Sri Lanka quando voi arriverete - mi comunica. Quando al telefono mi aveva riferito che sarebbe partito per le vacanze, avevo infatti dato per scontato che si trattasse di un viaggio in Europa. Molti tamil, infatti, approfittando delle ferie estive visitano i loro parenti sparsi per il Vecchio Continente (e non solo). L’effetto della diaspora. Ride, infatti, quando cerca di spiegarmi la paradossalità dei suoi viaggi:

Ho visto quasi tutta l’Europa perché i miei parenti ed amici vivono qui, ma non ho potuto visitare il mio Paese, se non da poco il Nord. Ti rendi conto?

S. infatti mi spiega che lui e la moglie sono di Jaffna, la capitale culturale del popolo tamil e che, a causa della guerra civile che ha insanguinato il paese per un trentennio, l’ultima volta che ha visitato da turista interno lo Sri Lanka era un ragazzo 17enne.

Si vede infatti che gli piace viaggiare. Salta da un posto all'altro, descrivendomi i luoghi in cui è stato. Ma si muove spesso da solo: a mia moglie non piace viaggiare e preferisce stare a casa con i suoi genitori e i nipotini che non vede spesso.

Mi azzardo quindi a chiedergli se ha voglia di partecipare al nostro viaggio. Si è infatti offerto di venirci a prendere all’aeroporto di Colombo nonostante Jaffna sia a 8 ore di distanza. Sembra entusiasta e mi chiede dove vorremmo andare. Gli rispondo, francamente, che non lo sappiamo. Si passa una mano sul mento, chissà cosa ha in mente. Poi esordisce: dovreste vedere il Sud, è più turistico anche se non è la stagione giusta!.

Ma il nostro non è un viaggio turistico, cerco di spiegare... Non abbiamo mete predefinite. La nostra mappa si costruirà per quanto possibile seguendo come molliche i consigli, i ricordi, le suggestioni dei tamil che incontreremo.

Io andrei a Sigiyria, una grande roccia con un antico palazzo e a Kandy, dove c’è un festival molto importante. E visto che il sud è più turistico, andate piuttosto a Trincomalee con le sue bellissime spiagge. Il mare è come Mondello! Ci sarebbero tanti altri posti ma in due settimane vi risulterà un po’ difficile vederli tutti. – ammette - Mi piacerebbe venire con voi...poi vediamo...Intanto quando venite a Jaffna ci muoviamo assolutamente insieme. Mi spiega, infatti, che possiede due scooter e che muoversi con qualcuno del luogo darà al nostro viaggio un sapore diverso.

Quest’anno vado pure nell’India del Sud ad esercitarmi con il flauto, mi confessa. Ora ricordo! L’amica di mia madre me lo aveva descritto come un noto musicista, apprezzato dalla comunità tamil di Palermo. Poi ti mando i video delle mie performance su Facebook, se ti va! mi preannuncia.

Ci scambiamo i contatti e chiacchieriamo un altro po’ prima di salutarci. Gli auguro buon viaggio, sperando che davvero mantenga la promessa di rivederci in Sri Lanka. D’altronde siamo due sconosciuti che parlano da una ventina di minuti. O almeno credo.

La stretta di mano dell’inizio si trasforma invece ora in un abbraccio. Sento che siamo nella direzione giusta e non vedo l’ora che anche i miei futuri compagni di viaggio arrivino!